L'abito fa il monaco: più di un detto, una realtà nella consulenza d'immagine.

Immaginate un principe: la sua postura regale, il portamento sicuro, l'aura di autorità che lo circonda.

Ora, immaginate lo stesso principe a disagio nei suoi abiti, come se fossero una corazza troppo stretta. Quella sensazione di malessere, di inadeguatezza, traspare inevitabilmente, erodendo la fiducia e l'autorità che naturalmente gli attribuiamo.

Questa metafora regale si applica a ciascuno di noi.

Quando indossiamo un abito che non ci rappresenta, che non rispecchia la nostra essenza o il messaggio che vogliamo trasmettere, il nostro corpo lo comunica al mondo esterno.

La postura si curva, il linguaggio del corpo diventa incerto, e senza parole, diciamo agli altri: "Non mi sento a mio agio".

In un mondo dove la prima impressione è spesso l'unica occasione per comunicare chi siamo, l'abito diventa il nostro ambasciatore silenzioso.

Un consulente d'immagine sa che un abito adeguato può trasformare non solo la percezione altrui, ma anche il modo in cui ci percepiamo.

Un abito che ci calza a pennello può infondere sicurezza, autostima e potere.

Perché, alla fine, non si tratta solo di tessuti e tagli, ma di come ci sentiamo dentro quegli abiti.

E quando ci sentiamo bene, lo trasmettiamo all'esterno con ogni fibra del nostro essere, dalla testa ai piedi.

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L'Arte dell'Analisi Facciale: Oltre il Gioco dei Filtri

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L'ascolto attivo: Il Cuore della Consulenza d'Immagine